Manifesto del Privacy Pride

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In tutto il mondo gli stati tendono ad aumentare la sorveglianza, a scapito del diritto di ogni persona alla tutela dei propri dati e dei propri spazi personali, ciò che comunemente chiamiamo privacy.

In TV e nei giornali più importanti si parla di privacy solo quando i politici tentano di usarla come capro espiatorio per giustificare i fallimenti dovuti a leggi scritte in base all’emozione del momento ma senza pensare con lucidità a tutte le ripercussioni, oppure quando vogliono modificare le regole del gioco durante la partita, mettendo a rischio i diritti di cittadini e cittadine, indebolendo così il concetto di stato di diritto.

Anche la ricorrente insofferenza verso l’Autorità per la Protezione dei Dati Personali fa parte di questa strategia, che mette a rischio la funzione nominale degli organi di garanzia, vale a dire quella di arginare sia il potere esecutivo, sia lo strapotere economico di quei soggetti privati che, sempre più spesso, sembrano essere i veri ispiratori e beneficiari delle politiche governative.

Se le Autorità indipendenti sono troppo accondiscendenti con i soggetti vigilati e non svolgono correttamente la propria funzione, cittadine e cittadini hanno il dovere di vigilare e di denunciarne le eventuali omissioni; se tuttavia le Autorità che si dimostrano determinate e indipendenti vengono sottoposte a continui attacchi mediatici da parte di influencer o di figure politiche, cittadine e cittadini hanno il dovere di prenderne pubblicamente le difese soprattutto quando agli attacchi mediatici seguono veri e propri attacchi legislativi.

Per questo noi cittadini abbiamo il dovere di scendere in piazza per difendere questa funzione

  • rivendicando orgogliosamente il diritto alla privacy come diritto umano;
  • ricordando che la privacy di ciascuno sarà sempre a rischio finché la sua importanza non verrà compresa dalla maggioranza dei cittadini;
  • reclamando campagne informative per spiegare che la conoscenza dei diritti digitali è ormai sempre più necessaria per esercitare la cittadinanza e la piena partecipazione democratica;
  • difendendo la privacy dall’invadenza dello stato, ma anche dalla pericolosa, subdola e globale prepotenza dei monopolisti dell’informatica e dell’elettronica;
  • pretendendo che tutti i servizi e gli strumenti pubblici o quelli necessari per l’accesso ai servizi pubblici o ancora quelli utilizzati per le comunicazioni istituzionali, vengano progettati per rispettare la privacy;
  • affermando che la privacy è contemporaneamente un diritto individuale e un bene comune;
  • dimostrando la piena compatibilità tra privacy, da una parte e salute pubblica ed esigenze fiscali, dall’altra.

La privacy è un diritto umano che tutela, individualmente la libertà del singolo e, collettivamente la sicurezza nazionale.

Il comitato Privacy Bene Comune