Il 13 novembre 1917, subito dopo la disfatta di Caporetto, l’Esercito Italiano, reduce dalla sconfitta più terribile mai ricevuta nella propria storia e in ritirata di fronte a truppe avversarie che avanzano così velocemente da far pensare che ogni resistenza sarebbe stata inutile, serra finalmente le fila e tenta una disperata resistenza lungo la linea segnata dalla Piave, fiume che di li a poco diventerà un simbolo di strenua resistenza.
La “Prima Battaglia del Piave” segnerà infatti l’inizio di una controffensiva faticosa e sofferta, ma che in meno di un anno avrebbe ribaltato le sorti dello scontro.
Si tratta di una situazione che ricorda molto da vicino le molte sconfitte che il diritto alla privacy sta subendo negli ultimi tempi, ma che ricorda anche che arretrare non fermerà mai alcuna offensiva: bisogna invece serrare le fila e opporre una quanto più ostinata resistenza.
Ma il 13 novembre, un sabato posizionato tra la data in cui il decreto Capienze, con il suo dirompente impatto sulle prerogative del Garante, verrà discusso in Senato e quella in cui verrà discusso alla Camera, sarà l’occasione di un altro tipo di resistenza.
Il 13 novembre è il giorno del Privacy Pride!
La manifestazione in cui i cittadini occuperanno uno spazio fisico per reclamare orgogliosamente il diritto alla privacy, la privacy come bene comune e far uscire finalmente la privacy dalla bolla dei social, dei convegni e della stampa specializzata e portarla finalmente nelle strade, nei giornali e nelle TV!